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Cos’è “Made in Italy” e cosa non lo è?

Postato su1 Anno fa
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Negli anni ’80 “Made in Italy“ era semplicemente un’espressione in lingua inglese apposta dai produttori italiani, nell’ambito di un processo di rivalutazione e difesa dell’italianità del prodotto, contro la falsificazione della produzione artigianale e industriale italiana.

All’estero i produttori italiani si erano conquistati un certo prestigio con un vantaggio commerciale di tutto rispetto. Dal prodotto italiano ci si aspettavano:

- notevole qualità di realizzazione

- cura nei dettagli

- fantasia nelle forme e nel disegno

- durevolezza nel tempo

tutto questo soprattutto nei quattro settori tradizionali dove l’Italia è un’eccellenza nel mondo ovvero MODA, ALIMENTARI, ARREDAMENTO e MECCANICA.

Due di questi settori ci interessano da vicino infatti proprio la moda e l’arredamento sono il fiore all’occhiello del nostro Paese, sottolineando l’eleganza e la capacità di creare tendenza che da sempre hanno contraddistinto lo stile Italiano. Il settore tessile realizza una buona fetta della produzione del Made in Italy esportando qualità insieme a sperimentazioni e nuove firme stilistiche.

Cos’è l’Italian Sounding?

Dunque, il Made in Italy incrocia positivamente le richieste di un mercato in aumento su scala globale. Non è dunque un caso se assistiamo al fenomeno dell’Italian Souding ovvero di imprese straniere che utilizzano richiami ai prodotti Italiani per conquistare fette di mercato, sottraendole a quelle titolate.

Per affermarsi in un mercato sempre più affollato è necessario distinguersi e ciò che permette di farsi riconoscere sono: un buon prodotto mescolato ad aspetti immateriali e a dimensioni evocative, dunque comunicare un’identità, dei valori ed uno stile!

Come riconoscere un prodotto Made in Italy?

A fine degli anni ’90 la difesa del nostro patrimonio inizia ad essere tutelata inizialmente grazie all’Istituto per la Tutele dei Produttori Italiani (ITPI) e regolata poi da leggi statali sia sul territorio nazionale che all’estero.

1999 – la dicitura Made in Italy o Italy su un prodotto indica che anche solo la parte imprenditoriale del produttore sia italiana, mentre quella produttiva dunque manifatturiera e anche coloro che materialmente lavoravano il prodotto, può trovarsi ovunque. Basta quindi che il prodotto sia “pensato e disegnato” in Italia per potersi tranquillamente fregiare di tale marchio, anche se il manufatto è costruito altrove.

2009 – Nasce la prima legge per tutelare il Made in Italy: il decreto legge n. 135 del 25 settembre 2009 contiene l’art. 16 dal titolo “Made in Italy e prodotti interamente Italiani”

Legge n. 166 del 2009 avviene il pieno riconoscimento del 100% Made in Italy e la conseguente emanazione della garanzia attraverso la certificazione. Secondo questa legge la dicitura “100% Made in Italy” o “Tutto Italiano” è consentita solamente a quei prodotti per i quali il disegno, a progettazione, la lavorazione e il confezionamento sono compiuti esclusivamente sul territorio italiano.

2010 – Viene approvata dal Parlamento la legge che prevede per il Made in Italy una particolare normativa nel settore tessile, dei divani e dei prodotti conciari. La legge prevede che questi settori possano fregiarsi del Made in Italy i prodotti per i quali le fasi di lavorazione abbiano avuto luogo prevalentemente sul territorio italiano ed in particolare almeno due fasi della lavorazione si siano svolte in Italia.

Tirando le somme quando vi troverete davanti una etichetta che riporta la voce “Made in Italy” siate consapevoli del fatto che almeno due parti della lavorazione del prodotto sono state svolte in Italia, mentre se l’etichetta cita 100% Made in Italy il prodotto è stato realizzato interamente nel nostro paese.

Cos’è il Back-reshoring

C’è da dire che negli ultimi anni si sta assistendo al fenomeno del Back-reshoring ovvero dopo anni di delocalizzazione c’è un rientro in patria della produzione e di aziende che durante la crisi avevano spostato le proprie attività all’estero. Questo rientro è dovuto al forte valore che il brand “Made in Italy” conserva sul mercato.

Dunque il Made in Italy torna ad essere “fatto in Italia” ed è proprio questo che garantisce quel prestigio che i nostri manufatti hanno sempre avuto. Questo insieme alla sfida che le aziende italiane del settore si sono preposte nel pensare ad un futuro che sappia raggiungere alti standard qualitativi di sostenibilità rappresenta una fondamentale leva competitiva che permette di consolidare la nostra leadership nel mondo

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